La giustizia civile italiana necessita di un profondo ripensamento. Molte delle problematiche attuali, come la lentezza e la complessità delle procedure, non derivano dagli avvocati, ma dalla struttura stessa del sistema processuale, che risulta obsoleta e inefficace. È con questa consapevolezza che vorrei condividere alcune idee per una possibile riforma, non come schema definitivo, ma come spunto per una riflessione aperta e un invito alla collaborazione.

Il numero dei processi: questione di qualità, non di quantità

Si parla spesso di un numero eccessivo di processi, ma tale affermazione è vaga e non tiene conto delle specificità del nostro ordinamento giuridico. Ogni sistema legale è modellato sulla propria legislazione, e confronti basati su medie internazionali rischiano di essere fuorvianti. In Italia, la giustizia si basa principalmente sul processo come strumento di tutela dei diritti, e il problema non è la quantità di processi, ma la mancanza di alternative realmente efficaci.

I limiti degli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie

La mediazione e la negoziazione assistita sono state introdotte per ridurre il carico giudiziario, ma nella pratica hanno aggiunto complessità senza portare benefici significativi. L’arbitrato, per quanto valido, rimane costoso e inaccessibile per molti. È dunque necessario ripensare l’intero sistema di risoluzione delle controversie, senza aggiungere fasi burocratiche inutili.

Proposte per semplificare le procedure

  1. Decreti ingiuntivi, sfratti e pignoramenti: L’idea è di affidare la gestione di queste fasi agli avvocati, che potrebbero emettere decreti ingiuntivi dopo una verifica preliminare. Gli ufficiali giudiziari potrebbero occuparsi dell’esecuzione, con la possibilità per il debitore di opporsi entro termini stabiliti. Questo alleggerirebbe notevolmente il carico delle cancellerie e dei giudici, permettendo loro di concentrarsi su questioni più complesse.
  2. Pignoramenti immobiliari: La gestione potrebbe essere delegata sin dall’inizio a professionisti qualificati, come notai o avvocati specializzati, evitando il coinvolgimento diretto del giudice. Per i pignoramenti mobiliari, il processo potrebbe essere interamente gestito dagli ufficiali giudiziari.

Una riflessione aperta per una riforma partecipata

Queste proposte non intendono essere una riforma strutturata e completa, ma piuttosto un punto di partenza per un dibattito costruttivo. Invito tutti gli operatori della giustizia – avvocati, magistrati, ufficiali giudiziari, e altri professionisti – a contribuire con idee e suggerimenti. L’obiettivo è individuare soluzioni concrete e condivise per migliorare il sistema, rendendo la giustizia più accessibile, rapida ed equa per tutti.

I vantaggi dell’istruttoria pre-giudiziale

Un’altra proposta consiste nell’introduzione di un’istruttoria pre-giudiziale vincolante. Questa fase, gestita in contraddittorio tra le parti prima dell’avvio del processo, potrebbe ridurre le cause meramente dilatorie e migliorare l’efficienza del sistema. Gli avvocati potrebbero assumere un ruolo centrale in questa fase, contribuendo a risolvere le controversie senza dover necessariamente ricorrere al giudizio.

Conclusione: un cambiamento necessario

Una riforma della giustizia civile è non solo auspicabile, ma necessaria. Le proposte qui presentate non sono altro che idee preliminari, aperte al confronto e alla collaborazione di tutti gli operatori della giustizia. Solo attraverso un dialogo costruttivo potremo trasformare la macchina della giustizia in un sistema più snello e funzionale.

Avv. Igino Cappelli